Ancora e Ancora

 

 

 

 

 

Amor che nullo amato amor perdona

saper che sei di un di un’altra mi consola

ma struggo nel pensier di averti

ancora e ancora e ancora.

Se il sommo mi vedesse in questo stato

tosto mi spedirebbe nel fossato

insieme al Malatesta vil dannato

dalla lussuria per la sua Francesca.

Poi l’usta del diletto fiuto,

e fiamme e poi forconi li rifiuto, 

aspetto di riaverti nel mio letto e possederti ancora, ancora e ancora.

Son nullo amata e mi ci struggo tanto

ma son felice di saperlo accanto

questo mio grande amore che tormenta 

mi dona Pàtos scacciando via Thanàtos.

Di tutta vita meglio non esiste

null’altro serve per l’oblio del dopo,

Ancora, ancora, ancora e ancora ora.

Pregna della tua carne,

ebbra di piacere

Certa di non averti

Amante mio sfuggente 

Vittima serena

sciotto sotto la cenere

che non si spegne il fuoco di questa insana brama

Non c’è rimorso o biasimo che frena

Dall’ossa fino al capo travolgermi spietato

Ancora, ancora, ancora e ancora ora.

 

Michele Signa

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