Il Reddito di Cittadinanza, concesso al M5S in forza della consistente vittoria elettorale del 2018, nascondeva velenose e astute trappole che, a distanza di tempo e mentre il consenso per il M5S scendeva inesorabile, hanno reso il provvedimento impopolare. Succede quando si affronta un’Élite preparatissima e determinata privi delle competenze adeguate e senza capire fino in fondo la natura e le implicazioni dei provvedimenti proposti. L’Élite, a cui i politici di tutti gli schieramenti oggi obbediscono come solerti maggiordomi, ha una lunga esperienza, obiettivi precisi e una strategia ben studiata. Si avvale delle migliori menti pensanti che finanzia lautamente e gioca una partita in cui è 20 mosse avanti e ha pianificato scientificamente l’inevitabile scacco matto. Il RDC è un provvedimento legislativo che elargisce risorse, senza nessuna reale contropartita, a cittadini certo bisognosi ma pure in grado di lavorare. Affida poi, agli sprovveduti “Navigator”, figura di per sé già risibile, l’onere della ricerca di un impiego e ha già in sé la misura del suo futuro fallimento. Come se non bastasse delega all’iniziativa di Comuni ed Enti locali, già di per sé disastrati e privi di risorse, l’onere di impiegare i percettori del RDC in servizi socialmente utili. Come è facile intuire, a chi le competenze le ha, l’azione dei Navigator nell’ambito dei fatiscenti Centri per l’Impiego è stata inefficace e i Comuni non sono stati in grado di organizzare alcunché. I percettori del RDC sono stati indotti inevitabilmente al lavoro nero e ad evitare come la peste qualunque occupazione li privasse di quella rendita sicura seppur modesta. Il mercato del lavoro da decenni è stato infestato dalle pratiche economiche neo-liberiste “molto lavoro – poco reddito”. Tali pratiche si sostanziano in: lavoro precario, redditi bassi per competere sui mercati globalizzati, nessuna tutela sindacale, flessibilità spinta e nessuna prospettiva di lungo termine. Chi accetterebbe di fare il cameriere a 500€ o 600€ al mese lavorando dieci ore al giorno, sabato e domenica compresi, rinunciando magari ai 400€ del RDC ma con la giornata a completa disposizione per rimpolpare le misere ma sicure entrate garantite dallo Stato. Le trappole per fare fallire il RDC, come a questo punto è facile intuire, erano state sapientemente predisposte già al momento dell’approvazione del provvedimento legislativo. I 5S, pur di sbandierare il loro successo, per incapacità e dabbenaggine, non sono stati in grado di disinnescarle. Oggi raccolgono i frutti di quella dabbenaggine: crollo nei sondaggi, messa in ridicolo del RDC e coercizione a sostenere il Governo del campione del Neoliberismo, Monsieur Draghi. L’unico obiettivo che adesso importa ai reduci del M5S è il raggiungimento della pensione da parlamentari e per questo si sono ormai resi disponibili a sacrificare tutto. Rispetto agli avversari erano 20 mosse indietro e solo oggi lo scoprono quando non sono in grado di fare più nulla se non scomparire in silenzio. Questa disamina non avrebbe senso se non si dicesse cosa invece avrebbero dovuto fare i 5S per evitare le trappole nascoste nel provvedimento che solo apparentemente per loro ha rappresentato una vittoria.
La mossa giusta e che molti, inascoltati, avevano suggerito era di istituire anziché il Reddito di Cittadinanza il “Lavoro di Cittadinanza”!
Un PLG, Programma di Lavoro Garantito, attraverso il quale lo Stato assume i disoccupati abili al lavoro e li impiega in rapporto alle loro capacità e professionalità con uno stipendio dignitoso, da impiegato pubblico, in attività utili alla comunità e poco lucrative per i privati. Si va dalla salvaguardia dei beni artistici e culturali, alla manutenzione del territorio per contrastare il dissesto idrogeologico, ai servizi alla persona. Impegnare per sei/otto ore al giorno un disoccupato in un’attività utile ha innumerevoli vantaggi: minimizza la possibilità/necessità di esercitare altre attività in nero, garantisce un reddito dignitoso a fronte di un vero lavoro, offre possibilità di formazione continua e rende disponibili risorse già operative alle Aziende che ne avessero bisogno non appena le condizioni economiche tendono a migliorare. Nessuno infatti rifiuterebbe di lavorare le stesse ore giornaliere per un’Azienda privata che offrisse condizioni economiche migliori di quelle offerte dallo Stato. Non sarebbero necessari altri ammortizzatori sociali perché chi dovesse perdere il lavoro sarebbe immediatamente assorbito dal PLG. In termini macroeconomici il costo iniziale del Programma di Lavoro Garantito sarebbe stato certo più alto ma avrebbe creato reddito e potere d’acquisto reale in larghe fette della popolazione che di reddito fino a quel momento non ne avevano. Avrebbe accresciuto la domanda interna e risollevato immediatamente l’economia nazionale per effetto del moltiplicatore di Keynesiana memoria, rientrando gradualmente nei costi iniziali e stimolando fortemente l’economia interna. Uno stimolo capace di aumentare considerevolmente la domanda interna e permettere il riassorbimento dei lavoratori impegnati nel PLG da parte delle imprese private bisognose di manodopera aggiuntiva per far fronte alla crescente domanda interna. Questo in sintesi quanto si poteva fare e non si è fatto. Alcuni, anzi molti, obietteranno che lo Stato non avrebbe avuto i soldi per finanziare un così vasto programma di assunzioni per garantire il Lavoro di Cittadinanza. Pero poi scopriamo che lo stesso Stato ha trovato decine di miliardi da destinare ad un’altra emergenza, quella della Pandemia, per la necessaria seppur sperimentale campagna vaccinale. Ha poi trovato i soldi per un’altra emergenza, quella della guerra e dell’incremento delle spese militari e l’accoglienza dei profughi ucraini. Sempre lo stesso Stato e sempre in emergenza, butta via un mare di miliardi per i rincari energetici indotti da Pandemia, Guerra e Speculazioni dei Mercati che non rispondono ad alcuna autorità superiore, men che meno a quella dello Stato. L’unica emergenza quindi per cui non si trovano abbastanza fondi e quella del lavoro e del contrasto alla povertà giacché il vero obiettivo delle Élite Finanziarie che influenzano le scelte di Governo è la riduzione dei livelli salariali e la grecizzazione dell’Italia.
In ultima analisi esisteva anche la possibilità di usare la Moneta Fiscale per finanziare il Lavoro di Cittadinanza. Non sapete cosa è la Moneta Fiscale? Forse perché Voi la conoscete con un altro nome: ECOBONUS.
L’Ecobonus infatti, introdotto con un provvedimento geniale e perciò grandemente inviso a Draghi e ai suoi mandanti, è un titolo di Stato, un credito fiscale, con cui si possono pagare le tasse. Questa è la definizione scolastica di Moneta. Una Moneta Fiscale appunto, parallela all’Euro emessa dallo Stato e che potrebbe finanziare qualsiasi iniziativa sul suo territorio. Se fatta circolare liberamente, tramite apposite carte di credito e magari usata per pagare il lavoro di Cittadinanza, sarebbe stato uno strumento potentissimo per risollevare l’economia del nostro Paese.
L’Eutanasia è invece l’unico destino riservato ad ogni iniziativa capace di risanare la nostra economia. Vale per il Reddito di Cittadinanza e vale per gli Ecobonus che infatti, come è evidente a tutti, il Governo, pezzo dopo pezzo e con scuse risibili sta smantellando.