Le gambe della ragazza erano troppo belle e slanciate per non essere notate da ognuno degli avventori del bar del centro di Milano a quell’ora di mattina. Per non parlare dell’aggravante dei tacchi alti e della gonna aderente appena sopra il ginocchio. I due uomini seduti sugli sgabelli del bancone e intenti a bere un cappuccino si diedero di gomito notandola mentre si avvicinava felina alla cassa. Uno dei due, quello con i capelli rasati e le mani completamente tatuate, le si parò davanti con aria sfrontata.
- Ciao bella, ti posso chiedere come ti chiami?
- Mi lasci in pace e mi faccia passare!
Le rispose con poco garbo la donna.
- Uè e chi ti credi di essere figliò? Io ti ho fatto solo una domanda, non è che ti ho messo le mani addosso.
- Ho detto di lasciarmi in pace;
continuò lei cercando di aggirare l’uomo che gli si parava davanti. Quello invece la prese per un braccio strattonandola.
- Signorì ma chi vi credete di essere? Siete bella ma a me nun ‘m putit trattà accussì !
Disse palesando uno spiccato accento partenopeo.
Un uomo in doppiopetto scuro, alto e atletico si alzo dal tavolino e si interpose tra i due.
- Lasci stare la signorina. Non gradisce le sue attenzioni non lo vede? Lei non può molestarla così!
Poi, rivolto alla donna:
- Esca dal locale Maria Sofia a questo signore ci penso io.
- Ah, ci pensa lui. E’ arrivato l’eroe. Ma Maria Sofia per caso è la sua ragazza? Perchè t’ mett’ miezz’?
- No, non è la mia ragazza è una mia collega di lavoro e le ripeto lei non può importunarla in questo modo.
- Bello, io faccio quello che mi pare e se non ti piace esci fuori ca la cosa la sistemiamo subito.
- Bene allora l’aspetto fuori non mi fa paura!
Disse l’uomo avviandosi verso l’uscita mentre l’altro si apprestava a seguirlo. Fu a questo punto che intervenne il compagno ancora seduto a bere il cappuccino.
- Fermati Spiderman, oggi nu putimm’ fa casin. Statt’ buon, assettat’ e nu scuccià !
- Ue Bombolo’ stu strunz ma mancat e rispetto e l’aggia’ mett’ a posto mo’ stess!
- Tenimm’ cose chiù importanti a fà oggi. Taggio ditt’ statt’ buon!
Sentendoli discutere l’uomo si fermò sulla soglia del bar, si voltò e con uno strano sorriso stampato in volto si diresse nuovamente verso i due uomini.
Quelli, vedendolo tornare, si alzarono contemporaneamente, uno pronto a lottare e l’altro a tentare di evitare lo scontro.
Ma entrambi si bloccarono udendo le parole dell’uomo che si rivolse a loro con un inaspettato sorriso sulle labbra;
- Tu per caso ti chiami Gennaro Cafiero detto Spiderman?
E poi rivolto all’altro uomo;
- E tu sei Sergio Amore detto U’ Bombolone?
I due si guardarono stupiti. Mai si sarebbero aspettati di essere riconosciuti così lontano da Napoli in un anonimo bar del centro di Milano.
- E tu come fai a conoscerci? Sì nu sbirro?
Disse il più calmo dei due, quello con il pancione prominente.
- E si perché giustamente a voi due solo gli sbirri vi possono riconoscere!
Disse l’uomo ridendo di gusto. Poi fissandoli dritto in viso:
- Spiderman e Bombolone lo sapete chi avete di fronte? Io sò Angelo Esposito o’ Cucciolo! Nun mavete riconosciut’ strunzi?
I due improvvisamente cambiarono espressione e sui loro volti si dipinse il più grande sorriso di cui erano capaci
- O Cucciolo? Tu si’ Angioletto? E capit’ chi è stu’ merda? E’ Angiolett, l’amic nostro, quell’ che se trasferit a Milano nu sacc e temp fa!
Come se il tempo non fosse passato i tre riconoscendosi l’un l’altro si abbracciarono con trasporto sotto l’occhio stupito degli altri avventori, testimoni di tutta la sceneggiata e pronti ad assistere a uno scontro ma non a un abbraccio tra vecchi amici.
Poco dopo erano seduti a uno dei tavoli del locale con una birra davanti e tanta voglia di chiacchierare e rivangare i vecchi tempi.
- Ma tu lu vir a chist’? Se fatt nu signore e io mu ricord ancora quando stava tutto stracciat e facevamo e vedette insieme alle piazze e’ Secondigliano.
- E’! l’aggio visto stu strunz. Mi pareva strano che c’aveva le palle di affrontare a uno comma a me!
- E già! Tu delinquente eri e delinquente sei rimasto! Ti dovevo riconoscere subito da quello schifo di ragnatele tatuate sulle mani. Quant’ sì bell’ Spiderman!
- Maro’ e comm’ si addiventato strano Angiolè! Sì tutto vestito elegante e parli pure milanese! E che schifezza è questa?
- E si che per fare piacere a te dovevo rimanere pezzente e analfabeta come quando sono arrivato a Milano!
I tre si guardavano come fossero stati fratelli ritrovati. E tali erano perché il loro legame era nato sulla strada quando da adolescenti avevano iniziato a frequentare le piazze di spaccio di Secondigliano per guadagnarsi qualche soldo da portare a casa. La scuola l’avevano abbandonata già da tempo e la giornata la passavano per strada, campando di espedienti e piccoli furti. Poi si erano guadagnati la fiducia dei capibastone della zona e avevano iniziato a lavorare nel settore del commercio degli stupefacenti, l’industria di gran lunga più fiorente nelle periferie degradate di Napoli.
All’inizio avevano fatto i fattorini, sfrecciando sui motorini per spostare la merce che gli veniva di volta in volta affidata. Poi avevano fatto carriera ed erano diventati vedette. Sorvegliavano, dall’alto dei palazzoni fatiscenti, le vie di ingresso alla piazza di spaccio. Per il nuovo incarico giravano armati ed erano pronti a usarle le armi contro chiunque avesse provato a invadere il loro territorio. In quegli anni il loro legame si era consolidato. Ognuno si fidava del compagno che aveva a fianco e ogni giorno era pronto a rischiare la vita per il Clan. Quante ore avevano passato insieme chiacchierando di tutto nei lunghi turni di sorveglianza. Per tutto il giorno era un continuo vociare tra le vedette che avvistavano, avvertivano e poi tranquillizzavano i compagni se non c’erano rischi. ”Tutt’ a post!” era il grido che legava i diversi punti di osservazione. I telefonini non riuscivano a essere altrettanto efficaci di quelle urla portate a spasso dal vento da un postazione all’altra. Poi era tutto un chiacchierare, confidarsi i segreti più reconditi e le aspirazioni per il futuro.
Paradossalmente quel lavoro ad Angelo gli aveva salvato la vita. Aveva quattordici anni quando aveva perso entrambi i genitori e un fratellino piccolo di appena cinque anni. A casa per riscaldarsi usavano una stufetta a gas perché i riscaldamenti non se li potevano permettere. Il papà da anni era disoccupato e i pochi soldi che racimolava se li beveva quasi tutti. La stufetta funzionava male e una sera l’ossido di carbonio aveva ucciso nel sonno tutta la famiglia. Angelo si era salvato solo perché quella sera era di turno alla piazza di spaccio e a casa non era rientrato a dormire. Dopo la tragedia il fratello del padre, che faceva l’operaio a Milano, l’aveva adottato e fatto trasferire al Nord. Da quel giorno a Napoli non era più tornato e lo zio gli aveva fatto progressivamente tagliare i ponti con tutti .
- Angiolè ma comm’ si addiventat’ acussì strano? Hai studiato? Ti sei fatto una posizione qua a Milano?
- E si! Appena arrivato, dopo il fatto dei miei genitori, è stata dura assai! Mio zio è nu tipo tuost’. Mi ha costretto ad andare alle scuole serali per recuperare gli anni persi e mi ha fatto pigliare il diploma di ragioniere.
- Ma non mi dire sei addiventato ‘raggioniere’ addirittura?
- Certo anche se all’inizio non è stato facile ambientarmi. Tutti mi guardavano strano e quasi non riuscivano a capirmi quando parlavo. A scuola poi non ci capivo niente e per farmi rispettare ho dovuto usare le maniere forti.
- Mi ricordo che le mani i sapiv’ usa’ buon assai!
Osservo Spiderman ricordando i vecchi tempi quando Angioletto, ‘O Cucciolo, era tra i giovani picchiatori più efficienti di Secondigliano.
- Solo che a mio zio certe cose non piacevano e mi ha riempito di mazzate per questo. Poi però mi sono fatto alcuni amici alla scuola serale. Gente di qui e gente del sud e la scuola mè iniziata a piacere. Mi sono riuscito a diplomare e mi so pure iscritto all’Università.
- Ma veramente dici?
Chiese stupito ‘O Bombolone mentre addentava con gusto un suo omonimo alla crema.
- Mi so’ iscritto a Economia e Commercio e mi so’ pure laureato con lode, pensa tu!
I due uomini guardavano l’amico ritrovato con crescente stupore. Mai si sarebbero immaginati che uno di loro, “Nu Uaglion’ ‘e Secondigliano”, potesse addirittura laurearsi e diventare Dottore. Mai un’idea del genere era soltanto balenata nelle loro fantasie e mai si sarebbero aspettati che uno di loro avesse le capacità per arrivare così in alto.
- E mo’ che fai? Lavori qua a Milano? –
Chiese curioso Bombolone pronto a nuove stupefacenti rivelazioni.
- Certo che lavoro qui a Milano. Sono un funzionario della Banca Carige, quella con la filiale proprio in fondo alla via. Sono un pezzo grosso compà!
- Nun ce posso credere ‘O Cucciolo è addiventat’ nu banchiere!
Bombolone era sinceramente stupito.
- E voi due invece? Che ci fate qui a Milano?
- E pur Nui amm’ fatt’ carriera Angiole’! Mo’ facimm i corrieri e giramm qua e la’. Na’ vota au mese, all’incirca, venimm’ pure a Milano perché qua Don Aniello tiene nu bell’ mercato e capit’?
- Ho capito, ho capito semp p’ Don Aniello faticate! Allora maggià sta accuort’, se mi vedono con voi è capace che mi arrestano.
Disse Angelo ridendo.
- Su questo puoi stare sicuro! Noi già ci siamo fatti parecchie vacanze a Poggioreale. Là ci ospitano sempre con piacere. Se vuoi mettiamo una buona parola pure per te.
E risero di gusto alla battuta di Spiderman.
- Io mai aviss’ pensato che un e nui potesse addiventà nu signore comma a te!
- E invece tutti, pure te e Spiderman, sareste potuti diventare così. E che non ve lo hanno permesso.
- Ma quando mai Angiolè, io coi libri ci ho sempre litigato e poi a casa i soldi, se mi mettevo a studià, chi li portava? Mio padre ca’ stava sempre ‘mbriaco?
- Infatti il problema non siete Voi ma è la povertà e il degrado in cui certe parti d’Italia vengono mantenute. Se lo Stato provvedesse a dare un lavoro sicuro a quelli che vivono a Secondigliano e in tutte le periferie degradate, se le Vele fossero ristrutturate, abbellite e circondate da giardini, se noi avessimo potuto frequentare le scuole, tutti potevamo diventare signori.
- Ma quando mai Angiolè? E dove li piglia i soldi lo Stato per dare lavoro a tutti quelli che vivono a Secondigliano? E poi ci sta o Sistema cà decide chi campa e chi no. So quelli che comandano a Secondigliano, mica lo Stato!
- Il Sistema comanda perché manca lo Stato, perché masse di disoccupati, di poveracci non hanno altro modo per campare. Se lo Stato volesse il Sistema lo farebbe saltare in un giorno solo!
- Si vabbuò – sorrise con scherno Spiderman – manco se manda l’esercito lo Stato riuscirebbe a vincere contro u Sistema. Simm’ tropp forti Cucciolo, ma ti si scurdat’ che potenza è Don Aniello e tutto o Clan nuostr’!
- Io non m’ so scurdat’ niente Spiderman ma in questi anni ho studiato molto e adesso vedo delle cose che prima neanche mi immaginavo. Ti ripeto, se lo Stato volesse la Camorra la farebbe fallire in due settimane e lo sai come?
- Sono tutto orecchie compà, non vedo l’ora di sentire che ti sei imparato in tutti questi anni!
Disse Spiderman con tono canzonatorio e divertito.
- Ascoltatemi bene! Lo Stato potrebbe fare fallire la Camorra e tutti i Don Aniello che conosci molto facilmente; vuoi sapere come? Per mancanza di personale! Basterebbe che lo Stato desse un lavoro sicuro a tutti i padri di famiglia di Napoli e a tutti quelli che possono lavorare, un lavoro sicuro e a tempo indeterminato. Secondo te chi fosse accussì strunz di mettersi a fare il camorrista se potrebbe campare senza problemi con un lavoro sicuro e ben retribuito?
- Si vabbuò! Mi sa che la roba che trasportiamo qua a Milano ti piace pure a te. Te ne devi fare parecchia pe dì certe strunzate. E come fa lo Stato a dare lavoro a tutti i disoccupati ‘e Secondigliano? Se non ci stava Don Aniello e quelli comma a lui eravamo tutti muort e famm’
- Quindi il problema secondo te è che lo Stato non ha abbastanza soldi per far lavorare tutti i disoccupati di Napoli e perciò è costretto a lasciarli in balia della Camorra?
- E certo! Lo sanno tutti che lo Stato non c’ha più una lira, anzi un euro e che i soldi non bastano più. Pure gli ospedali stanno chiudendo perché non ci stanno abbastanza soldi. Mia cugina lavorava al pronto soccorso a Mergellina e il contratto non l’hanno rinnovato. Devono fa’ efficienza come dicono loro. E intanto quella con due figli da mantenere era rimasta in mezzo a una strada. Se non era per Don Aniello che gli ha trovato un lavoretto su una delle piazze di Secondigliano quella mo’ si moriva di fame. Addo’ sta’ ‘o Stato Angiolè? Lo Stato nu po’ fa proprio niente per Noi a Napoli perché soldi non ne tiene più!
- Bombolò ti rispondo con una domanda. Le Banche dove li pigliano i soldi per fare i prestiti? E dove li piglia i soldi la Banca Centrale Europea per accattarsi i titoli di Stato emessi dai Governi europei.
- E che domande che fai? I soldi le banche li pigliano da quelli depositati dai clienti e la Banca Centrale Europea pure. Perchè non è accussì?
- Ma manco per niente Bombolone mio e te lo dico io che l’economia, anzi la Macroeconomia lo studiata. Le Banche non ti prestano i soldi che hanno in cassa. Quelli non basterebbero manco per un decimo dei prestiti che fanno. Le Banche ti prestano soldi che non hanno, creano i soldi dal nulla. In pratica scrivono su un pezzo di carta che ti hanno prestato mille euro e poi tu devi restituirli con gli interessi ma la banca i mille euro mica ce li aveva per prestarteli. E lo stesso fa la BCE con i titoli di Stato che sono pure loro pezzi di carta senza valore. Se li compra creando i soldi dal nulla e poi se li fa restituire dagli Stati con gli interessi.
- E questo che centra con la Camorra e Secondigliano?
- C’entra perché se lo Stato funzionasse correttamente e avesse una Banca Centrale che acquista i suoi titoli di Stato illimitatamente potrebbe finanziare senza problemi qualunque politica economica sul territorio nazionale e questo include anche assumere e dare lavoro a tutti i disoccupati. Uno Stato normale, com’era l’Italia quando c’aveva la Lira, poteva far fallire tutte le mafie per mancanza di personale. Gli bastava assumere tutti i disoccupati, creare lavori stabili e ben retribuiti e nessun sarebbe stato tanto fesso da fare la vita del delinquente dove rischi la pelle ogni giorno e devi ubbidire al Boss come un soldato in guerra.
- E perché non lo fanno allora se è come dici tu Angiolè? Io ti voglio credere, perché tu sei istruito, ma le cose mi pare che non stann’ accussi’!
- Su questo hai ragione! Da anni lo Stato non sta facendo la sua funzione per come sancito dalla Costituzione. Solo che il problema non è legato alla mancanza di soldi. I soldi per uno Stato non sono mai un problema. Può sempre crearli dal nulla fidatevi, in un modo o nell’altro. Il problema è che il Governo è influenzato da gruppi economici di potere che hanno tutto l’interesse a mantenere sempre più vaste fette della popolazione in uno stato di precarietà, di indigenza e povertà.
- Cioè tu m’ vuliss’ fa credere che lo Stato putiss’ assumere tutti disoccupati di Napoli e dargli nu stipendio?
- Certo che potrebbe! Non lo fa per una chiara scelta politica ma non certo perché gli mancano i soldi.
- Ma chi sfaccimm’ dici Angiolè. Si foss’ come dici tu avissma piglià tutti i politici, Deputati, Senatori, Governatori e l’avissma fa’ nu mazz’ accussi’!
- In parte c’hai ragione Spiderman! Molti di loro lo meriterebbero perché applicano queste politiche consapevolmente ma tanti di loro no, perché non ne sono assolutamente consapevoli.
- Che vuoi dì che quelli non sann’ quell’ che fann’?
- Esattamente, la maggior parte di loro di economia ci capisce meno di niente. Credono a un dogma, hanno fede in alcuni concetti profondamente sbagliati in campo economico e ci credono senza farsi domande. Se provi a spiegarglielo si comportano come a un prete a cui qualcuno dovesse dire che Dio non esiste. Semplicemente lo rifiutano per atto di fede!
- E quindi tu dici che se lo Stato funzionasse come dovrebbe di disoccupati a Napoli non ce ne sarebbe neanche uno e che ‘u Sistema così dovrebbe scomparire per mancanza ‘e personale?
- Bravo Bombolò! Hai capito perfettamente e sarebbe così in tutta Italia. Se lo Stato usasse esercitasse la Sovranità Monetaria si potrebbe avere la piena occupazione e tutti vivrebbero nel benessere e nella serenità! E nisciun foss’ accussì strunz da fa ‘u Camorrista!
- P’ quest’ o Sistema a te tà perso?
- Esatto amico mio. Io, grazie a mio zio e alla scuola, sono diventato un Camorrista Mancato!
I due uomini guardavano l’amico ritrovato in silenzio e con stupore, più per la sorpresa di vederlo capace di ragionamenti così complicati che per i concetti in se che in realtà avevano compreso solo in parte.
Mentre il silenzio sottolineava il momento di riflessione si sentì la voce della donna che dalla soglia del bar indicava i due uomini seduti al tavolo con Angelo;
- Eccoli Agenti, sono quei due seduti al tavolo in fondo che mi hanno importunata e hanno minacciato il mio collega, quello seduto ancora insieme a loro.
I due Agenti entrarono e si posizionarono nei pressi del tavolo indicato con le mani posate minacciosamente sui calci delle pistole che pendevano dalle fondine.
- Buongiorno, la Signorina qui presente dice di essere stata molestata da uno di voi! Volete favorire i vostri documenti?
Angelo fu il più pronto a intervenire.
- Buongiorno agente mi lasci spiegare. Si tratta di un malinteso. Uno scherzo riuscito male. Questi sono due miei vecchi amici che non vedevo da anni e mi hanno voluto fare uno scherzo per provocarmi.
Poi rivolto alla donna rimasta sulla porta;
- Maria Sofia venga si avvicini non abbia paura. Vede i signori sono due vecchi amici napoletani e visto che non li avevo riconosciuti hanno pensato di usare lei per farmi uno scherzo. La prego di scusarli sono stati stupidi e avventati. Anzi le vorrebbero chiedere scusa, vero ragazzi?
- Ma certò signorì noi siamo vecchi amici di Angioletto, non lo vedevamo da tanto tempo e quando l’abbiamo visto in compagnia di una bella ragazza come Voi ci è venuto di fargli nu bello scherzo. Ci dispiace se vi siete spaventata. Vi chiediamo scusa.
Uno degli agenti intervenne;
- Il Signore è effettivamente un suo collega? Sta’ dicendo la verità?
- Ma certo agente. Il Signore è una bravissima persona, lavoriamo insieme alla Carige. Mi spiace Angelo non avevo capito ma mi ero spaventata e temevo le fosse successo qualche cosa
- Si figuri Maria Sofia la ringrazio per la sua premura e mi scuso anche con i signori agenti per questo scherzo di cattivo gusto
- Allora è tutto a posto? Noi possiamo andare?
Chiese l’agente visibilmente spazientito
- Si certo Mi spiace per avervi coinvolto
- Non si preoccupi signorina l’importante è che sia tutto a posto, Buona giornata a tutti!
Usciti gli agenti Angelo fecero accomodare Maria Sofia al tavolo con loro.
Spiderman non le toglieva gli occhi di dosso attirato dal volto angelico di lei che contrastava con un corpo decisamente provocante.
- Signorì lo sapete che se non era per tutti sti politici venduti, oggi potevo essere pure io un laureato, nu Banchiere e magari se vi invitavo a cena voi accettavate pure?
- Come sarebbe? Non capisco;
rispose la donna all’oscuro dei discorsi fatti fino ad allora dai suoi commensali
- E sì Signorina MariaSofia, se non era p’ quellu sfaccimm e’ Govern’, che a nui poveracci ci vuole male, io oggi magari ero laureato e Voi mi prendevate pure in considerazione.
- Ma io la prendo in considerazione prima mi ero solo spaventata.
- Maria Sofia Voi siete gentile ed educata ma se non era per Angioletto nostro, che metteva una buona parola, Voi a me neanche mi avreste parlato e avreste avuto ragione!
- Ma perché dice questo? Certo il fatto che siate amici di Angelo conta ma non per questo l’avrei considerata solo se fosse stato un laureato!
- Sentite a me, Angioletto è nu bravo guaglione ma io no! Io sò malamente! Mi ci hanno fatto diventare così, dice lui, ma adesso questo sono! E da uno comma a me, un angelo comma a Voi, “deve stare alla larga”!