Chi comanda in Italia? Il Governo, il Parlamento o chi? I Media, a seconda dei casi e delle sensibilità, ossequiano chi occupa gli scranni istituzionali o all’opposto li attacca. Nell’uno e nell’altro caso vengono etichettati come servili lacchè o coraggiosi esponenti del giornalismo d’inchiesta. E se invece, inconsapevolmente, giocassero entrambi per la stessa squadra? Interpretassero semplicemente due parti in commedia, quella del poliziotto buono e di quello cattivo? Basterebbe che l’obiettivo, rispettivamente della lingua e del fucile, fosse indirizzato a un bersaglio finto e non al vero Potere e il gioco sarebbe fatto. Se al posto del vero Potere si ossequia o si attacca il suo maggiordomo, colui che semplicemente prende ordini ma di fatto non conta e non decide nulla e che, alla bisogna, è sacrificabile e sostituibile con un suo clone di fatto tutti, pro e contro, giocherebbero nella stessa squadra. Quale squadra? Quella squadra utile a costruire un’efficace arma di “distrazione” di massa, un teatrino messo su ad arte per distrarre l’opinione pubblica dalle mosse che vengono fatte alle sue spalle, mentre è intenta ad osservare lo spettacolo di cui sopra. Un caso esemplare è il Cav. Berlusconi ma ce ne sono tanti altri, da Renzi a Salvini fino ad arrivare financo all’eminentissimo Draghi. Tornando al Cavaliere egli per anni è stato adulato o attaccato per essere al vertice delle istituzioni e allo stesso tempo occupare una posizione preminente nei media e nell’economia. Chi meglio di lui ha incarnato in Italia, in un’unica persona, il potere politico e quello dei soldi? Ebbene un siffatto personaggio, in apparenza così potente, è stato sbattuto fuori dal Governo del paese, nel lontano 2011, in sole due settimane. Per anni era stato incensato dai pennivendoli e dagli adulatori di ogni estrazione e allo stesso tempo combattuto e sputtanato da fieri giornalisti con la schiena dritta e politici di opposizione. Eppure nessuno era riuscito a scalfire la sua posizione dominante nel panorama economico e politico italiano. Poi, di punto in bianco, il nostro potente Cavaliere viene disarcionato da una letterina della BCE, dallo Spread imbizzarrito e da un provvidenziale crollo in borsa delle sue Aziende. In men che non si dica la sua potenza scema e lui, tapino, è costretto a dimettersi e, a distanza di un decennio, addirittura ad ossequiare e baciare la pantofola a colui che con la sua epistola l’aveva colpito a tradimento. Stesso dicasi di un Salvini proiettato con il Governo gialloverde verso vette di consensi mai sognate, con i 5S sempre meno combattivi e vincenti e un’opposizione, PD, Leu e compagnia mai così malmessa. Beh, cosa fa il nostro? In un impeto di follia da spiaggia lascia tutto e si dimette iniziando un percorso di declino facilmente prevedibile. Un evento inspiegabile per un ” potente” politico sulla cresta dell’onda se non fosse per degli scoop appena accennati legati a strani fondi provenienti da ambigui ambienti russi. Fatto sta che un altro cosiddetto “uomo di Potere” del panorama italiano palesa improvvisamente la sua estrema debolezza fino ad allora efficacemente celata. Verso questi “Potenti di Cartapesta” si sono concentrate negli anni le attenzione degli adulatori e degli altrettanto determinati oppositori. Gli Scanzi, i Travaglio e con loro tanti altri politici e giornalisti si sono distinti per la solerzia con cui hanno attaccato a testa bassa i finti potenti ma stranamente mai si sono volti ad approfondire le dinamiche del vero potere. Chi ha deciso nel 2011 che il percorso del Cavaliere era giunto al termine e perché? Chi ha armato la penna del prode Draghi che scrive la letterina di commiato e chi ha preparato tempo prima l’ascesa del sempre ottimo Monti, altro maggiordomo di rango pronto alla bisogna per attuare i piani degli innominati e quella più recente dell’eminentissimo e leccatissimo Draghi? Chi siede, misconosciuto ai giornalisti d’inchiesta da Talk TV, nei consigli d’amministrazione delle grandi Banche d’affari e chi sono gli azionisti dei Mega-Fondi d’Investimento con interessi ovunque in Italia e nel mondo? Di questi nessuno parla se non pochi giornalisti rigorosamente tenuti lontano da TV e Giornali, mai, neppure per sbaglio, invitati ai numerosi talk show in cui tutti gli altri che, parlino bene o male dei “Potenti di cartapesta“, non mancano mai. L’Ominicchio, di cui Sciascia mirabilmente tracciava il profilo, prevale sotto forme insospettate e lo trovi ovunque, in tutte le TV e le Redazioni, e soprattutto ove meno te lo aspetti.
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