Le scene surreali a cui abbiamo assistito prima della finale di Coppa Italia offrono diverse chiavi di lettura per spiegare alcuni aspetti della realtà italiana di oggi. Innanzitutto stupisce l’inerzia delle Autorità preposte all’ordine pubblico a fronte delle violente prese di posizione di un manipolo di Ultras ottusi e agguerriti ma determinati e radicali nelle loro elementari rivendicazioni. Inerzia che raggiunge l’apice con la delega evidente alla tifoseria del compito di gestire l’ordine pubblico all’interno dello stadio. Se poi tutto questo avviene sotto gli occhi inutilmente sgranati e la bocca silente del Capo del Governo, il tutto diventa ancora più emblematico e stigmatizza il livello dell’odierna classe dirigente.
Lo Stato, capace di soffocare con ingiustificata violenza le rivendicazioni e le proteste dei No-Tav, dei manifestanti nella scuola Diaz di Genova, dei No-MUOS e così via, si cala improvvisamente le braghe davanti a un manipolo di bruti, rappresentati da un pregiudicato, che manifestano comportamenti violenti e intimidatori con motivazioni futili, se non decisamente idiote. Trovandosi cioè a fronteggiare non famiglie e cittadini onesti e pacifici ma forze organizzate, violente e determinate lo Stato decide fatalmente di scendere a patti. E come si fa, con elementare sillogismo, a non pensare che lo stesso Stato, smarriti tutti i valori etici, morali e istituzionali, quando si è trovato a fronteggiare non già un manipolo di tifosi scalmanati, ma criminali pronti ad ammazzare e a perpetrare attentati terroristici nelle maggiori città del Paese, non sia sceso a patti, al netto di quello che sarà accertato nelle aule dei Tribunali?
In altri momenti storici, in cui lo Stato nonostante tutto aveva ancora un corpo sano, vitale e democratico, le contrapposizioni tra movimenti dei cittadini portatori di rivendicazioni nuove o solo contrapposte a quelle in vigore, tramite una lotta radicale e anche molto dura, portava non già a una mera repressione di polizia di stampo dittatoriale, ma a riforme strutturali della società e del diritto non di rado di grandissima portata sociale e politica. Aborto e divorzio ne sono un esempio, ma lo sono in particolare le grandi lotte del Sindacato per ottenere sempre migliori condizioni di lavoro. Nessuna vittoria è stata conseguita con la concertazione e la trattativa se non dopo avere costretto le Istituzioni politiche e i Padroni a scendere a patti grazie alla mobilitazione dei lavoratori e al radicalismo della lotta sindacale.
Oggi tutto questo è scomparso, i capi sindacali siedono con i padroni e i politici negli stessi salotti televisivi e si incontrano ai tavoli di concertazione non al termine di una lotta, ma a prescindere da essa e solo per concordare l’ordine da seguire per rinunciare gradualmente ai diritti dei lavoratori. L’Italia sta assumendo gradualmente le fattezze di uno stato di polizia violento e dittatoriale con chi mostra un dissenso ideale, motivato e quindi democratico e imbelle con chi semplicemente minaccia l’incolumità fisica della ‘casta’con motivazioni idiote o criminali.
Il Sindacato in questo è responsabile quanto e più della politica essendo la sua ragion d’essere esclusivamente quella di difendere i diritti dei lavoratori. Il dato di fatto è che un gruppo di Ultras semplicemente radicalizzando la lotta e mostrandosi disponibile allo scontro anche violento riesce a intimorire i rappresentanti delle Istituzioni a tal punto da farli recedere dai loro compiti istituzionali. Cosa potrebbe fare il sindacato e quali risultati ottenere sul piano politico e istituzionale se fosse coeso, moralmente integro e impermeabile ai privilegi e alle lusinghe del potere? Se il Sindacato mobilitasse le masse dei lavoratori in una lotta radicale con obiettivi precisi volti ad ottenere il benessere della maggior parte della popolazione indicando le azioni concrete che i Governi dovrebbero metter in campo, chi sarebbe in grado di fermarli? Cosa manca dunque al Sindacato di oggi perché svolga appieno la sua fondamentale missione istituzionale? La risposta è che purtroppo oggi al Sindacato mancano il coraggio, la forza ideale e l’integrità morale a differenza di un manipolo di Ultras che pur rivendicando delle idiozie riescono a piegare il potere costituito dello Stato.